• EDIFICIO DI VIA DANDOLO 4 – MI
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EDIFICIO DI VIA DANDOLO 4 – MI

2000

Milano

2012

Stabile in Via Dandolo 4 a Milano

Destinazione: residenziale

Committente: Condominio di Via Dandolo 4

Incarico assolto:

Progettazione preliminare, comunale ed esecutiva

Capitolati e contratti

Direzione lavori e collaudo

Coordinamento della sicurezza

Progetto pubblicato da Teamwork Italy

L’edificio di Via Dandolo 4 a Milano è stato costruito nel 1948 su progetto dell’arch. Vito Latis.

Lo studio Latis, composto dai due fratelli Vito e Gustavo, ha sicuramente svolto un ruolo importantissimo nel rinnovamento del tessuto urbano di Milano nel dopoguerra, ruolo finalmente oggi riconosciuto da pubblicazioni e seminari con itinerari per far conoscere la loro architettura. Negli anni ’50 e ’60 si sono largamente diffuse facciate dotate di rivestimenti ceramici a piccoli elementi dalle più svariate forme, dimensioni e colorazioni, le quali sono divenute quasi una costante del linguaggio architettonico di quel periodo. La modernità del materiale era il requisito più ricercato e proprio al carattere di novità era affidato il compito di riscattare l’architettura di quegli anni.   Nei primi decenni del dopoguerra tesserine e clinker caratterizzarono moltissima dell’edilizia prodotta in quegli anni, durante i quali si ravvisavano nelle ceramiche una durevolezza e una resistenza superiori a quelle degli intonaci. Da quanto detto è facile intuire quale importanza potesse avere la qualità del materiale per l’edilizia di questo periodo storico e, pertanto, come possa essere importante per la conservazione futura di queste architetture del moderno puntare non solo alla conservazione delle forme ma anche a quella dell’essenza materiale degli aspetti costruttivi.

IL DEGRADO

Il tipico degrado dei rivestimenti in ceramica a manto continuo applicati per adesione alle strutture delle facciate si manifesta essenzialmente nel cedimento del rivestimento dal suo strato di sostegno alla facciata, cioè i rivestimenti si distaccano a causa della polimerizzazione delle malte di allettamento, del collante o delle resine utilizzate, le quali perdono la propria adesività provocando di conseguenza rigonfiamenti, fessurazioni sui giunti, lesioni o fratture sulle piastrelle, distacchi parziali di alcuni elementi isolati o di intere porzioni che si distaccano solidalmente. Per quel che riguarda il rivestimento ceramico a tesserine o a mosaico, il degrado si evidenzia soprattutto con rigonfiamenti e distacchi di porzioni di elementi ceramici causati, nella maggioranza dei casi, dalle dilatazioni termiche di materiali accostati in maniera incompatibile (ad esempio, dall’azione degli elementi di affrancatura di molti parapetti in ferro che, arrugginendosi nella parte murata, provocano aumenti di volume e tensioni tali da determinare distacchi) oppure da fessurazioni verticali o orizzontali lungo il manto ceramico, in corrispondenza degli elementi strutturali.

L’INTERVENTO

Come la stragrande maggioranza degli edifici rivestiti a ceramica agli anni del secondo dopoguerra, con strutture portanti in calcestruzzo e tamponamenti leggeri in laterizio, l’asportazione dell’intero rivestimento è stata fatta con attenzione scrupolosa per non provocare gravi danneggiamenti alle pareti esterne. Poiché il rivestimento ceramico è sottoposto a elevate sollecitazioni meccaniche (soprattutto a causa dei cicli termici), è importante che lo strato di adesione sia compatto e poco poroso, ma anche sufficientemente elastico e che garantisca un ancoraggio forte e tenace del rivestimento al supporto. Una volta definito il materiale più idoneo per lo strato di adesione, è necessario selezionare quello per la sigillatura dei giunti, il quale deve essere molto elastico (per assecondare i movimenti del rivestimento ceramico), resistente all’attacco degli agenti chimici e impermeabile. Oltre che per l’importante funzione protettiva, deve essere valutato anche sotto l’aspetto estetico, in quanto partecipa, insieme al rivestimento ceramico, all’aspetto estetico dell’intero sistema di facciata. In questo intervento è stato fornito e posato un nuovo rivestimento di facciata in mosaico a tesserine scelte dalla committenza in gres porcellanato non smaltato della ditta TeamWork (www.Teamwork.it) nel formato cm.2×2 già predisposte su retine pronte da applicare e distanziate uniformemente nei formati standard per facilitarne la posa in maniera uniforme. La posa del rivestimento esterno a mosaico è stata effettuata, dopo aver rettificato tutti i fili di facciata su piani verticali di supporto finiti e lisciati perfettamente a piombo con spigoli precisi, mediante incollaggio con adesivo a base cementizia applicato a spatola dentata ed additivato con lattice elasticizzante. Le fughe sono state stuccate con adeguato prodotto a base di malta cementizia preconfezionata impastata con additivo specifico costituito da speciale lattice a base di resine sintetiche con superficie finale liscia, compatta e resistente all’abrasione, a basso assorbimento d’acqua e facilmente pulibile (tipo Fugabella di Kerakoll) . Pulizia finale delle facciate, dopo alcuni giorni dalla conclusione della posa, dai prodotti residui delle lavorazioni e lavaggio finale delle superfici piastrellate con idoneo pulitore acido in soluzione acquosa.